Fave magiche


Fave, piselli, taccole, fagiolini sono legumi freschi e arrivano tutti insieme a primavera. Si tratta dei semi immaturi di alcune leguminose, presentano un elevato contenuto di acqua e caratteristiche nutrizionali tali da renderli più vicini alle verdure e agli ortaggi che ai legumi veri e propri.

fave sgranate

Le fave novelle, ricche di proteine e fibre alimentari, come le altre leguminose, sono povere di grassi e preziose per il controllo del peso. Consumate fresche risultano quattro volte meno caloriche rispetto a quelle secche. In particolare sono ricche di ferro e di vitamina C, che ne facilita l’assorbimento. Costituiscono una buona fonte di acido folico, supportano la salute cardiovascolare e aiutano a controllare i livelli di glucosio e di colesterolo. Sono ricche di manganese, un minerale che sostiene la funzionalità del sistema nervoso, endocrino e immunitario e che può aiutare a prevenire artrite e osteoporosi. Contengono vitamina B1, importante per il sistema nervoso e vitamina A, che aiuta a mantenere la pelle in buona salute e a renderla più luminosa. Sono diuretiche e benefiche per reni e apparato urinario. Nelle fave fresche è presente un aminoacido, chiamato L-dopa, che aiuta a migliorare la concentrazione di dopamina nel cervello. Questa sostanza è il principio attivo di molti dei farmaci utilizzati per la cura del morbo di Parkinson. Sono attualmente in corso diversi studi che hanno lo scopo di valutare i possibili benefici delle fave fresche nella cura di questa patologia. Possono essere mangiate crude, quando sono tenere, o scottate in acqua bollente.

Le fave possono essere molto pericolose per chi soffre del Deficit di G6PD, più conosciuto come “favismo”. L’ingestione delle fave, e talvolta anche di altri legumi, o anche la sola inalazione del polline, possono causare a queste persone una sindrome emolitica acuta. Si tratta di una patologia provocata da carenza enzimatica, in cui è presente un difetto congenito in un enzima normalmente contenuto nei globuli rossi. Questo difetto enzimatico si trasmette per via ereditaria. Il favismo rientra nella categoria delle “Malattie Rare”, ma sono piuttosto numerose le persone che ne sono affette, circa 400.000 in Italia, con l’incidenza più alta in Sardegna, nel delta del Po e nel Veneto orientale. In molti comuni sono in vigore delle ordinanze che regolamentano la coltivazione e la distribuzione di alcuni legumi, a tutela della sicurezza dei fabici.

Le fave erano già note cinquemila anni fa, si ritiene che siano state fra i primi legumi di cui l’uomo ha cominciato a cibarsi. Resti di fave sono stati scoperti in tombe egiziane risalenti al 2.400 a.C. Presso i Greci era costume usarle nei riti funebri come cibo per i defunti. Questa consuetudine, l’esistenza del favismo, le inquietanti macchie nere dei loro fiori, il forte potere energetico di cui sono dotate, forse giustificano la fama contradditoria, funesta a volte, di buon augurio altre, che ha accompagnato le fave durante i secoli. La tradizione narra che Pitagora preferì farsi catturare dai suoi assassini piuttosto che rifugiarsi in un campo di fave.

fave in fiore

L’invito è a godere delle virtù di questo sorprendente alimento e delle profumate giornate primaverili che lo accompagnano. E ricordiamoci che un baccello di fava contiene di norma sei semi, se ne troviamo sette saremo benedetti dalla sorte.

FAVE AL PREZZEMOLO E LIMONE

(per 2/3 persone)

500 g. di fave fresche

1 c. di olio evo

1 C. di prezzemolo tritato

1 c. di succo di limone

sale e pepe

Sgranare le fave. Mettere sul fuoco una piccola pentola d’acqua e quando bolle cuocervi le fave sgranate, calcolando un minuto da quando l’acqua riprende il bollore. Scolare le fave e trasferirle su un piatto per farle intiepidire. Quando sono tiepide eliminare la buccia, incidendola leggermente e facendo sgusciare fuori il seme. Raccogliere tutte le fave sgusciate in una ciotola e condire con un filo d’olio, il limone, il prezzemolo, poco sale e una macinata abbondante di pepe nero. Ottime gustate da sole o abbinate a cereali, insalate, zuppe.