Il periodo più duro dell’anno


Come ogni anno, dicembre è per me un periodo molto difficile. Nonostante convogli nel Natale, arrivarci è sempre  cosa dura.

Vivo il periodo pre-natalizio con un senso di abbandono…è come se mi sentissi sola e nuda, al freddo, affamata di tepore. Quando questa sensazione arriva, ogni anno, anche se ormai ho imparato a riconoscerla, continua a toccarmi profondamente e si riflette su tante azioni e stati d’animo quotidiani. Divento più inconcludente, faccio molta fatica a dare un senso alle cose che mi trovo costretta a portare avanti, mi perdo in introspezioni lente e poco proficue e perdo gran parte della mia voglia di cucinare. Se poi il tutto viene condito da una sindrome premestruale  importante come quella che sto vivendo da 2 giorni a questa parte, le cose si mettono molto male… sopratutto per figlio, cane e marito…Per intenderci, non è auspicabile inventare nessuna ricetta, cimentarsi in preparazioni laboriose, invitare gente a cena…è possibile solo cucinare quei piatti che entrano in automatico e che le mani portano avanti da sole senza una connessione diretta col cervello. Stasera infatti sono arrivate le intramontabili cotolette di seitan con patate arrosto e una crema di finocchi  al parmigiano.

Sono questi i momenti in cui vivo con maggior fatica la mia condizione umana, peraltro femminile, quindi soggetta a sbalzi ormonali. Fortunatamente, la vita mi ha fatto conoscere uno strumento per destreggiarmi tra questi temporali che è la meditazione. Nonostante il fine del meditare non sia quello di sostituire un ansiolitico, in momenti difficili è un porto sicuro, è l’unico luogo in cui la fiammella di luce non si spegne e cercandola  bene, anche se flebile la trovi accesa.

Negli ultimi anni ho avuto modo di capire meglio perchè mi succede questo. L’ho scoperto incontrando la pedagogia steineriana e di conseguenza iniziando ad ascoltare, dalla bocca di persone con doni speciali nel raccontare (come la mia cara Maestra Silvana),  il pensiero di Rudolf Steiner. Le 4 settimane d’Avvento (quelle cioè che precedono il Natale) sono le più buie e oscure dell’anno. Sia in termini testuali e concreti, vale a dire perchè le notti sono le più lunghe rispetto a qualsiasi altro periodo dell’anno e le più tenebrose, sia in termini metaforici, all’interno dei nostri paesaggi interiori. Succede infatti che come la natura in inverno sembra morire, per cullare nel profondo della terra il seme che poi potrà generare una nuova vita in primavera, così la nostra anima sembra nuda, spoglia di certezze e riferimenti. E’ come se si sentisse a sua volta impegnata in un processo di demolizione, in attesa di forze di luce che poi le porteranno rinnovamento e vigore. Guarda caso è questo il periodo dell’anno in cui ci ammaliamo più spesso, è il periodo in cui la nostra tradizione ci suggerisce di prenderci una vacanza e di “imbozzolarci” ognuno nel proprio nucleo familiare nutriti di condivisione e amore.

Fortunatamente però la religiosità e la sacralità di questo momento non si esaurisce con le settimane d’Avvento, ma culmina nelle 13 Notti Sante. Sono le notti che vanno dal 24 dicembre al 6 di gennaio. In questo periodo in genere sto molto meglio, ricomincio a fare progetti e riscopro una voglia matta di mettermi ai fornelli. Continuo però a lavorare in una sfera di grande intimità e mi godo i ritmi rallentati generati dalle vacanze di Natale con la scuola chiusa, le passeggiate senza orari da rispettare, nessuno da scarrozzare per attività pomeridiane come sport, recitazione o quant’altro..

Queste sono notti speciali in cui il mondo spirituale è particolarmente vicino all’uomo e l’energia spirituale può essere d’aiuto alle nostre coscienze per arricchirsi di nuove facoltà interiori. Così inizio a lavorare sui doni che vorrei mi arrivassero, da coltivare nel nuovo anno. Alcuni di questi doni (come la pazienza, la compassione, l’umiltà) sono così importanti per me che mi trovo a chiederli ogni anno perchè non mi bastano mai e ne rimango sempre sprovvista.

Tornando però ad oggi, mi sembra ancora lontano il 24 dicembre e mi cullo al pensiero della  possibilità che ci viene rinnovata ogni anno di entrare in una sfera di grande spiritualità, di tentare uan comunicazione interiore volta a  prendere contatto con le nostre intenzioni e i nostri desideri.

Che peccato sarebbe farci trovare impreparati…concentrati  sul mero aspetto commerciale di questa festività….

Francesca