La buona notizia


E’ cominciato il corso Alimentiamo la nostra Salute.
Per molti è il primo approccio con la cucina naturale. Vediamo la facce perplesse delle persone sedute nella nostra cucina davanti a certe nostre affermazioni, la diffidenza verso ingredienti sconosciuti, a tratti lo sgomento rispetto alla vastità della materia trattata. Ciò di cui parliamo, il modo di nutrirsi che promuoviamo e cerchiamo di insegnare, in fondo è molto semplice. Si rifà alle tradizioni alimentari di vari luoghi della Terra, in particolare alle nostre.

 

Cibi naturali nella loro forma integra, verdure, cereali, semi, erbe e condimenti.
Alimenti puliti, cioè non contaminati, e di alta qualità.

Sgomenta verificare la distanza che passa tra l’alimentazione considerata normale attualmente e l’alimentazione di chi ha vissuto sessant’anni fa, prima che il cibo diventasse un prodotto industriale. Per la maggioranza non esiste più la distinzione fra ciò che è cibo e ciò che non lo è.

Nei miei ricordi di bambina quando io chiedevo la merendina pubblicizzata mio nonno insorgeva dicendo che era una schifezza. Per lui era chiarissimo che il cibo prodotto in serie, con ingredienti di scarsa qualità, in stabilimenti industriali, avesse perso l’identità e non potesse avere alcun valore.

Adesso è tutto piuttosto confuso: i prodotti industriali sono onnipresenti con prezzi invitanti. Disponibili ovunque. Il cibo naturale è di difficile accesso, bisogna andarlo a cercare, costa di più, complica la vita. Gli anziani al supermercato hanno il carrello pieno di merendine e bevande gassate di poco prezzo. Il modello che forniscono è deviante.

Il monopolio di ciò che mangiamo è in mano all’industria agroalimentare e noi abbiamo perso la capacità di distinguere.  Abbiamo abdicato senza rendercene conto. Abbiamo delegato l’industria agroalimentare a decidere cosa dobbiamo mangiare. Ciò di cui ci nutriamo ci fa ammalare. E l’industria farmaceutica è l’unica a decidere cosa dobbiamo assumere per curarci. Nessuna delle due ha fra i propri scopi il nostro benessere, spiace dirlo.

foto CIBI INDUSTRIALI

Gli adulti di oggi, qui nelle nostre progredite società occidentali, non sanno distinguere, sono esposti a molteciplici forme di condizionamento e non sono in grado di contrastarle. Non hanno tempo per informarsi e non hanno riferimenti negli anziani. Volenti o nolenti detengono la responsabilità di impartire un’educazione alimentare ai figli senza conoscere la materia, senza disporre di capacità di giudizio critico.

Il cibo è ciò che ci permette di vivere. Perché anche oggi, come ai tempi di mio nonno, per stare in vita bisogna mangiare. Tutti i giorni. Tre volte al giorno.

E’ ormai un’evidenza scientifica riconosciuta: la dieta influisce direttamente sulla qualità della vita, sulla sua durata, sulla probabilità di ammalarsi e sulla capacità di guarigione.

La responsabilità di come stiamo è nostra. E dipende in larga misura da ciò che mangiamo.

La Dieta Mediterranea è stata dichiarata dall’Unesco nel 2010 patrimonio immateriale dell’Umanità, prima pratica alimentare a essere iscritta nella prestigiosa lista.

Illustri medici hanno dimostrato come garantisca buona salute e lunga vita, a partire dalle osservazioni del fisiologo americano Ancel Keys, quello della famosa razione K, negli anni sessanta.

foto PIRAMIDE ALIMENTARE
E’ la nostra tradizione culturale, noi viviamo qui, nell’area del Mediterraneo. Qui dove la dieta mediterranea è ormai quasi estinta. Pochi sanno veramente di cosa stiamo parlando. Pochi hanno voglia di andare oltre le informazioni grossolane passate in televisione e approfondire in cosa consista. 

Pochi. I nostri corsisti. I medici che ci affiancano in questo lavoro divulgativo.

La buona notizia è che siamo in aumento. Le persone parlano, diffondono idee. Insinuano dubbi nelle menti pigre. Testimoniano con l’esempio.

Stiamo aspettando fiduciosi di raggiungere tutti insieme la famosa massa critica. (Massa critica indica in generale una soglia quantitativa minima oltre la quale si ottiene un mutamento qualitativo).

Lorella