Chips di Pane Carasao alla Paprika


Dalla Sardegna, ottenute con il pane carasau, ecco per voi delle vere e proprie chips!

Il pane carasau, o pane carasadu, è un tipico pane sardo, originario delle Barbagia, e conosciuto in tutta italia anche con il nome di carta musica, per la sua croccantezza e il conseguente rumore durante la masticazione.
Si presta a molteplici utilizzi. Noi l’abbiamo utilizzato anche come base per una lasagna al pesto, cucinata per una cena al Bancia, al posto della tradizionale pasta sfoglia. Mi sa che la ricetta non l’abbiamo ancora pubblicata… Provvederò a metterla in lista!

Gli ingredienti per fare il pane carasau sono semplicissimi: farina, acqua, lievito e sale.
Non ho mai provato a farlo, ma per la logica del “perchè comprare una cosa che posso produrre io?!?!”, mi cimenterò presto in questa preparazione (ovvero appena la temperatura di casa mia consentirà l’accensione del forno!)
. Fino a quando sfioriamo i 40° esterni e i 30° in casa, è vietatissimo produrre alcunchè necessiti di cottura in forno! Comunque si trovano dei buoni pani carasau anche nei negozi di prodotti naturali e biologici, praticamente in tutta Italia.

Ma prima della ricetta, un po’ di storia…

Ieri mattina, moooolto prima dell’alba, alle 3 per la precisione, è suonata la sveglia che ci ha avvisato che era tempo di partire… Destinazione Cagliari dove un aereo avrebbe riportato Angelica, figlia di Lorella, e me a Parma. La breve vacanza in libertà, senza figli, era finita. Un pizzico di dispiacere, per la libertà che finiva, compensato dalla voglia di rivedere e riabbracciare pargoli e ‘consorte’, e un grande dispiacere per il lasciare un posto così bello… Nelle nostre tende, situate sotto la pineta che si affaccia sul mare, siamo state benissimo!! Ci si svegliava al mattina guardando l’alba direttamente dalla tenda e la prima cosa che si faceva era un bagno in un mare calmissimo. Poi colazione e partiva la giornata…

Lorella e Francesca ci hanno accompagnato in areoporto (2 ore abbondanti di macchina all’andata e quasi 4 al ritorno, per loro due povere disperse, casua smarrimento della retta via dovuto alle quantomeno tortuose indicazioni stradali sarde). Alle 12 ero a casa dopo aver preso tutti i mezzi di trasporto esistenti eccetto la nave (nell’ordine: auto fino a Cagliari, poi aereo, autobus, treno e infine di nuovo l’auto) e dopo aver recuperato i miei bambini.
La giornata era ancora lunghissima… E tutto in me reclamava riposo… La sveglia alle 3 mi ha provato alquanto. E tutto il giorno ieri ho pensato ai fornai che hanno la sveglia pre-alba tutti i giorni…

Alle 16,30 sono arrivate le bimbe di Silvia, una cara amica che dopo aver accudito due pargole affette da pertosse, una dopo l’altra, (il che significa quasi due mesi di notti insonni e relazioni sociali nulle poichè nessuno vuole avere a che fare con delle piccole untrici…) aveva bisogno e voglia di fare qualche giorno in libertà, ovvero senza figlie. In questa bellissima rete di aiuto e protezione in cui viviamo, ogni tanto i bambini si affidano a qualcuno e ogni tanto li si prende in affido, non necessariamente in modo biunivoco, molto più spesso in una circolarità di persone, così io li ho lasciati a Daniela per andare via e, una volta tornata, ho preso le bimbe di Silvia. E poi chissà come continuerà il giro!!
Le bimbe ci terranno compagnia fino a domenica, quando partiremo tutti insieme, con anche i loro genitori, per andare in montagna.

Nel frattempo tutte le attività quotidiane continuano e la vita a 6, anzichè a 4, è molto ricca e movimentata, e in certi momenti, caotica!

Se ripenso alla calma e alla tranquillità del mare… alle penniche del dopopranzo nel fresco della pineta (talmente fresco che i locali sostengono che ci sia l’aria condizionata e il proprietario del campeggio vorrebbe trovare il modo di farla pagare!)… Le nostre tende (se guardate bene la foto ci vedete tutte e tre, ognuna che fa bella mostra di sè all’entrata della sua tenda! 😉 lo so Lorella non si vede bene, ma c’è!) erano proprio di fronte al mare, in prima fila, e in 40 passi contati si passava dalla tenda all’ammollo!!

Nella situazione assolutamente ‘basic’ delle campeggiatrici in tenda, non c’è spazio per i fronzoli, nemmeno quelli culinari!
L’attrezzatura consisteva in 2 fornelletti (che ti facevano impazzire quando tirava vento perchè non stavano accesi), un tegame piccolo, un tegamo serio, cioè appena più grande, e una padella. Null’altro.
Eppure anche in condizioni non esattamente favorevoli, le sisters non hanno (dico hanno perchè io sono stata con loro solamente 3 giorni, durante i quali ho fatto l’ospite, cioè non ho mosso un dito e mi sono fatta servire e riverire, ihihih) mai tralasciato il mangiare con un briciolo di criterio. La cosa che mi è piaciuta di più e con la quale hanno aperto la prima cena, una sorta di aperitivo, accompagnato da una birra sarda, erano delle chips di pane carasau. Ho saputo poi da gente del luogo che loro usano cucinarlo fritto, ammollandolo prima di friggerlo. La nostra è una versione più salutare, ma sono sicura altrettanto sfiziosa perchè era buonissimo!

Con questi quantitativi si prepara uno snack per 4 persone (è perfetto come stuzzichino per l’aperitivo o come merenda).

  • 4 fogli di pane carasao
  • 3-4 C. olio evo
  • sale
  • paprika (dolce o piccante a scelta)
  • pepe

Ungere la padella con uno foglio di carta tipo scottex bagnato nell’olio e scaldarlo senza farla fumare.
Spezzettare il pane a pezzi irregolari e non troppo grossi. Dorare i pezzi in padella (metterne uno strato da coprire il fondo più qualche altro), tenendoli girati e mossi, finchè con si abbrustoliscono. Vorrei poter essere precisa con i tempi, ma è impossibile perchè dipende dal fuoco che utilizzate e là il fuoco andava e veniva di continuo perchè si spegneva sempre…
Toglierli dalla padella, metterli in una ciotola capiente e condirli subito, finchè sono ancora belli caldi, con l’olio, il sale, una spolverata di pepe e abbondante paprika, dolce o piccante a seconda del gusto che preferite.

Silvia (tra il mare e la montagna..)