A Bologna da Estravagario


Questo sabato Simone ed io ci siamo concessi un pomeriggio/serata di libera uscita da figlio, cane, parenti, amici o altro. Soli soletti ce ne siamo andati a Bologna, ci siamo assaporati il senso di libertà e spensieratezza che si prova quando non hai davanti nessun impegno e l’orologio può essere dimenticato sotto al polsino.

 

 

Abbiamo girovagato per le stade di questa bellissima città, all’imbrunire, godendoci tutti i piaceri di una giornata primaverile che volge al termire…. il tepore pomeridiano mentre lascia spazio all’aria che si rinfresca, il profumo di fiori nell’aria, gli sguardi allegri e giocosi dei ragazzi che affollano le vie del centro nel giorno più promettente della settimana.  Consapevoli nella bellezza del momento, infilandoci in qualche libreria qua e là, abbiamo poi deciso dove andare a cena.

La scelta è caduta sulla categoria dei ristoranti che “piacciono a noi” e che a Reggio Emila scarseggiano parecchio (per non dire che non ci sono proprio…).

Quindi dopo aver scartato quelli già provati in passato, ci siamo messi alla ricerca di un ristorantino che alcune voci davano per buono, biologico e vegetariano.

Il locale si chiamava ESTRAVAGARIO (www.estravagario.org).

Raggiunto il posto, appena entrati, ci siamo subito rilassati;  ci voleva dopo un lungo camminare e tanta voglia di riempirci la pancia vuota. Una pancia assai curiosa di provare a mangiare fuori un po’ delle cose che mangia solamente a casa propria.

Il locale ci è sembrato subito carino e semplice. Il menù lo stesso. E’ stato belle vedere come tutti i prodotti esposti fossero familiari, che soddisfazione trovare i centrifugati nel menù, per non parlare dei piatti proposti: pochi, quasi tutti vegani, rigorosamente di stagione. Mi sentivo così felice!!

Per non rischiare di perderci qualcosa, abbiamo ordinato tutto il menù (tra tris di antipasti, bis di primi, secondi e contorni condivisi). La fame era tanta, ma indipendentemente da questo (che fa sembrare tutto un po’ più buono) la cena è stata proprio gustosa. I piatti erano semplici, i sapori estremamente puliti e riconoscibili, caratterisctiche a mio avviso molto importanti. Abbiamo gustato dei gnocchetti di topinambur, farinata con i porri, seitan e funghi, un cous cous, della catalogna, un tortino di carciofi… tante cose buone insomma…
Interessante anche il fatto che alzandoci da tavola non eravamo affatto pesanti. Sazi, ma leggeri.

Il dolce però non ci stava proprio, quindi abbiamo dovuto rinunciare a delle pere al cioccolato e ad una crema catalana fatta con uova e latticini, quindi proprio VERA (come direbbe mio figlio che chiama FINTI i dolci della pasticceria vegana).

Quello che ho apprezzato di questa proposta di ristorazione è stata proprio la semplicità delle preparazioni e la bellezza di uscire fuori a cena mangiando bene, non solo per le mie papille, ma per il mio corpo intero. Probabilmente se Estravagario fosse a Reggio Emilia, avrei una frequentazione assiddua con questo luogo…

Rispetto all’alta cucina vegetariana di un ristorante come il Joia di Milano questo non c’entra proprio nulla: là fatichi di fronte ad ogni piatto nel capire di quali ingredienti sia composto, infatti la consistenza, il sapore, il colore  di questi viene lavorato, combinato, trasfigurato e immolato per creare alla fine un piatto artistico di grande effetto multisensoriale. Stupefacente, intrigante, ma lontano a mio avviso dall’essenza del cibo, dal nutrirsi.

Qui invece, con  una semplicità commovente, in un locale dalle poche pretese, con un servizio attento ma modesto e contenuto, mi sono sentita a casa.

E tutti sappiamo quanto sia bello sentirsi a casa…
Se capiti da quelle arti, te lo consiglio caldamente!!!

Francesca