Tirate fuori la merenda!


Succede che un’insegnante, esasperata dalla malavoglia dei suoi allievi, poco interessati a modificare le proprie discutibili abitudini alimentari, modellate dalla propaganda dell’industria alimentare, intimi ai suddetti: Tirate fuori la merenda!

L’esito dell’ispezione alle merende non conforta l’insegnante.

Patatine, snack industriali e, peggio del peggio, squaletti, feroci promotori dei picchi glicemici.

Succede alle scuole medie dell’Istituto Comprensivo Kennedy di Reggio Emilia.

 

Gli squaletti sono stati importati nel mondo dei preadolescenti italiani dagli Stati Uniti, come evoluzione degli orsetti gommosi, nati nel 1922. Si tratta di caramelle gommose, colorate, a forma di squalo (ingredienti: zucchero, sciroppo di glucosio, amido, aromi, coloranti, acido citrico e gelatina di origine animale).

squaletti-gommosi

Francesca segue da qualche tempo un nuovo progetto con l’Istituto Kennedy. Accompagna e sostiene lo sforzo di alcune tenaci insegnanti, affiancate da genitori aperti di mente e disposti al sostegno anche economico allo sviluppo culturale dei propri figli. Abbiamo studiato insieme un programma di formazione in consapevolezza alimentare per insegnanti, che consenta loro, attraverso materiale audivisivo, di spiegare ai ragazzi come affrancarsi dai condizionamenti e scegliere di alimentarsi in modo sano.

E’ un percorso lungo, molte dipendenze da sanare, molti ostacoli psicologici da rimuovere. Siamo convinte però che la determinazione che abbiamo visto in molte di queste educatrici possa portare a maturazione semi nuovi di buone pratiche.

Ormai è comprovato dalla scienza che la salute futura, il benessere presente e il rendimento scolastico passino anche attraverso le scelte alimentari e lo stile di vita. E proprio la scuola dovrebbe essere il luogo in cui si impara a liberarsi dall’ignoranza, in cui si acquisiscono gli strumenti per assumere la piena responsabilità di se stessi, superando anche i limiti di provenienza familiare.Insegnanti Kennedy

I ragazzi sono disposti all’ascolto, curiosi di saperne di più, ma nella pratica non vogliono rinunciare a quel cibo che considerano desiderabile, buono, socialmente accettato e condiviso. Il cibo sano ai loro occhi appare impopolare, sceglierlo diventa lesivo per l’immagine sociale, occorrono forte personalità e alte dosi di autostima. Succede anche agli adulti, assistiamo alle stesse difficoltà fra i nostri corsisti. Fino a quando si trovano nella nostra cucina, insieme, si sentono convinti, sostenuti dall’intenzione comune verso una scelta consapevole.

Poi tornano a casa.

E’ molto faticoso trovarsi isolati, dover resistere a opinioni contrastanti, gestire conflitti familiari a ogni pasto. Spesso motivazioni robuste cedono davanti alla difficoltà di spingersi controcorrente. Lo sappiamo, conosciamo il senso di frustrazione che ne deriva.

Desideriamo dire ai ragazzi, alle mamme di famiglia, alle insegnanti che va bene così. Il mondo si cambia attraverso piccoli passi compiuti da pochi, determinati, singoli individui. Arriva il momento in cui si raggiunge un valore di soglia, e in quell’istante, di colpo tutto cambia per tutti. Proseguiamo in serenità, aspettando con fiducia che quel momento arrivi.