Cibo noncibo


Tempo fa abbiamo realizzato un cartellone che mostra lo zucchero presente in alcuni prodotti. Ha fatto il giro del web, ce lo hanno richiesto scuole, associazioni, medici. Nessuno se ne era accorto prima che una lattina di coca contiene 35 grammi di zucchero, cioè sette bustine. O che nell’estathè ci sono dentro più di quattro bustine di zucchero. Zucchero bianco naturalmente.

 

Lo zucchero bianco è una sostanza che crea dipendenza, come alcool, tabacco, droghe. Anche secondo Paul Van Der Velpen, capo del Servizio Sanitario di Amsterdam, causa una forte dipendenza, da cui è difficile liberarsi, esattamente come gli alcolici o le sigarette. È legato allo sviluppo di malattie croniche come diabete e obesità. Dovrebbe essere strettamente controllato, limitato nei consumi e, secondo Paul, anche tassato. I prodotti contenenti zucchero andrebbero etichettati come le sigarette, con avvertenze per i consumatori dei pericoli derivanti dalla dipendenza che crea e dai danni che provoca.

Il sindaco di New York Michael Bloomberg ha messo al bando i formati oversize delle bevande zuccherate ma è stato bloccato dal giudice della corte suprema Tingling la notte prima dell’entrata in vigore del provvedimento. Grazie al potere della American Beverage Association la libertà dei consumatori è salva.
Il consumo di queste bevande influenza l’aumento ponderale della popolazione americana e della spesa sanitaria correlata alle patologie che ne derivano.
Uno studio dell’American Heart Association riportato dal Time stima in 180.000 il numero dei morti annuali direttamente collegato con il consumo delle bibite zuccherate.

Che colpe ha lo zucchero?
Lo zucchero raffinato ha un indice glicemico alto quindi provoca un picco glicemico. Ne conseguono danni metabolici, acidificazione dell’organismo, decalcificazione e impoverìmento delle riserve minerali, aumento dello stato infiammatorio generale. Fa aumentare la pressione sanguigna, causa problemi al fegato, altera i segnali ormonali. Aumenta il rischio di morte per attacco cardiaco, diabete, obesità.

http://youtu.be/myxwCEGcBYc
Nei Paesi ricchi il consumo di zucchero negli ultimi 50 anni è triplicato.
I cibi che lo contengono sono innumerevoli.
Con gli altri dolcificanti non è che vada meglio. Il fruttosio utilizzato per dolcificare i cibi industriali è altrettanto pericoloso, per non parlare dell’aspartame, comprovato essere cancerogeno.

La percezione dei sapori viene alterata dai cibi troppo dolci, e questo vale soprattutto per i bambini. Bisogna imparare a mangiare e bere cibi e bevande meno zuccherate. Bisogna rieducare il senso del gusto a percepire i sapori autentici dei cibi, liberandosi dalla onnipresenza dello zucchero.

È difficile farlo perché la dipendenza che si crea spinge a consumare cibi dolci per compensare la carenza di glucosio. Ne sentiamo l’esigenza e quando lo ingeriamo lo scompenso metabolico ci costringe ad assumerne altro.

La diffusione dei cibi carichi di zuccheri è capillare. I distributori automatici nelle scuole e negli ospedali ne sono pieni. La degenerazione dello stato di salute delle popolazioni occidentali impone di riflettere su ciò che si mangia e distinguere fra ciò che è cibo e ciò che non lo è.
La nota merendina Fiesta non è cibo. Il Kinder Bueno, il Fruttolo, la Viennetta, i Flauti del Mulino Bianco non sono cibo. Sono prodotti industriali ricchi di zucchero, farine raffinate, additivi chimici. Sono commestibili ma non nutrono. È comodo procurarseli, forniscono una risposta facile e rapida al desiderio del momento ma sottraggono salute a chi li mangia. Costano poco ma impoveriscono il nostro corpo.
La strada verso la consapevolezza alimentare è in salita, comprendere la differenza fra cibo e non-cibo è un processo lungo.

All’inizio del sentiero il primo cartello orientativo dice: il cibo non deve nuocere.

Tutti i prodotti che contengono zucchero nuocciono, le merendine industriali come i prodotti da forno artigianali.
Teniamolo presente quando prepariamo la merenda.

P.S. Avete presente la pet? (Tomografia a emissione di positroni). È l’esame diagnostico che serve a rilevare nel corpo la presenza di attività cellulare alterata, cioè evidenzia le masse di cellule tumorali.
Funziona così: viene iniettata una soluzione di glucosio contrassegnata da un marker rilevabile che la macchina segue nel flusso sanguigno per identificare le zone dove si verifica il maggior assorbimento. Quelle zone sono tessuti cancerosi.
Le cellule tumorali sono avide di zucchero, senza non possono vivere.


Commenti (4)

  1. ISA

    ciao! lo zucchero di canna non integrale ? per intenderci quello che si prende al bar con il caffe’?

    E’ molto nocivo come quello bianco?

    attendo risposta. con affetto Isa

    • Silvia

      Ciao Isa,
      lo zucchero del bar è praticamente uguale a quello bianco. Subisce gli stessi processi di raffinazione, solamente gli manca l’ultimo, la sbiancatura. E così sono tutti quegli zuccheri identificati come “grezzi”.
      Se vuoi uno zucchero che sia davvero un alimento devi indirizzarti sugli zuccheri integrali. Ne esistono diversi: Dulcita, Rapadura, Mascobado, Panela. Ognuno con un suo sapore caratteristico. Tutti sono ricchi di vitamine e sali minerali. Anche questi vanno utilizzati con estrema moderazione.
      Un abbraccio,
      Silvia

  2. loredana fantini

    Penso a mense, ospedali, case di riposo, asili, scuole: quanto cambierebbe una consapevolezza diversa di medici, dietisti, operatori, pazienti, famiglie!
    Per non dire delle associazioni dei consumatori, di Coop, Conad ecc.: quanto potrebbero incidere campagne mirate contro questi prodotti che nuociono gravemente alla salute!
    Guardate quello che è successo per Barilla in questi giorni: una frase detta per radio ha scatenato il finimondo e provocato una reazione immediata da parte degli acquirenti.
    Segno che l’attenzione c’è e dobbiamo solo trovare il modo per provocare altrettanta sensibilità sui temi che riguardano la salute, visto che poi le conseguenze delle malattie le paghiamo anche noi tutti cittadini in tasse.
    grazie ciao loredana

    • Lorella

      Ciao Loredana, condivido la tua riflessione. Noi ci proviamo, cercando di portare una testimonianza sotto gli occhi distratti di chi potrebbe fare una differenza. Mi accorgo che siamo sempre di più a provarci. Confido che possiamo raggiungere presto una massa critica!

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