Io non mangio Ogm


Farsi un’opinione sugli ogm* richiede determinazione e un certo talento investigativo.

Nel mondo sono ampiamenti utilizzati, molti prodotti sono coltivati prevalentemente nella versione ogm, come il mais e la soia. Meno noto che anche la barbabietola da zucchero e il cotone sono in maggioranza ogm.

In Italia gli ogm non si possono coltivare.

 

Qui abbiamo da una parte i sostenitori, pragmatici, del vantaggio economico delle coltivazioni ogm rispetto alle rese produttive. Di numero limitato e piuttosto attivi. Sono quelli che periodicamente si rivolgono al Tar, o fanno ricorso al Consiglio di Stato, riportando la questione ogm sulla ribalta dell’attualità.

All’estremo opposto ci sono gli oppositori, in nome di un’agricoltura più tradizionale e sicura. Molto più numerosi ma discreti e poco rumorosi. Convinti che l’Italia sia un paese ogm-free e che tale debba restare.

Il focus dei primi è sui vantaggi economici a breve termine, quello dei secondi è sulla preservazione della biodiversità e dell’eccellenza e originalità dei prodotti italiani.

Anche i secondi hanno un interesse economico che li motiva, la salvaguardia nel lungo termine dell’economia italiana basata sull’agroalimentare di qualità. Troviamo scienziati, economisti, opinionisti equamente divisi fra i due gruppi.

Il criterio discriminante è comunque di carattere economico per entrambi, quindi serio.

Il punto di vista dei sostenitori ha basi solide e realistiche: salumi e formaggi, sui quali si basa la fama dei prodotti tipici italiani, derivano da animali nutriti con mangimi ogm che dobbiamo importare perché le nostre risorse non bastano. La nostra produzione agricola di cibo per gli animali non è sufficiente, quindi parte del nostro attivo commerciale sull’export se ne va in acquisti di mangimi. Naturalmente ogm. In alcuni casi poi importiamo direttamente la carne che deriva da alimentazione ogm. Di fatto i nostri prodotti di derivazione animale sono ogm. Secondo i sostenitori degli ogm meglio sarebbe coltivarci direttamente il nostro fabbisogno e risparmiare sulle importazioni.

Le coltivazioni ogm sono escluse dai confini italiani non per credenza ideologica ma per evitare contaminazione nei campi. I semi ogm non potrebbero essere controllati e invaderebbero anche i campi vicini, impedendo la preservazione di terreni ogm-free e minacciando la biodiversità. Per questo motivo, contrariamente ad altri paesi europei, l’Italia vieta la coltivazione di semi ogm.

La maggioranza degli agricoltori e delle associazioni è d’accordo, mentre una piccola percentuale, meno dell’ 0,1 %, vorrebbe poterli coltivare liberamente.

Nessuna compagnia assicurativa è disposta ad assicurare gli agricoltori filo-ogm contro il rischio di contaminazione da ogm.

E’ un semplice principio di precauzione quello che continua a essere applicato dal 2000, anno in cui entrò in vigore il divieto.

C’è poi l’aspetto legato agli effetti degli ogm sulla salute delle persone. Ricerche di ogni tipo, commissionate dai produttori di ogm, vorebbero tranquillizzare sulla mancanza di rischi per la salute umana. Resta il fatto che i tempi trascorsi dalla introduzione degli ogm sono troppo brevi per poter comprendere eventuali effetti sui geni e la loro espressione nelle generazioni future.

Per chi ha voglia di emozioni forti ci sono i risultati delle ricerche dell’equipe francese di Gilles-Eric Séralini, professore di biologia molecolare all’università di Caen, pubblicate nel 2012 sulla serissima rivista americana “Food and Chemical Toxicology”. E’ uscito un libro, un film, ma il mais oggetto della ricerca continua a essere importato per gli allevamenti anche nella cauta Unione Europea.

Gli effetti sulla salute umana potremo verificarli comunque, perché di fatto tutto il mondo attualmente è pieno di ogm che si inseriscono nella nostra catena alimentare. La Terra è un grande laboratorio in cui gli ogm sono stati e continuano a essere testati e tutti noi facciamo parte dell’esperimento.

Nella distribuzione, dal 2004, è obbligatorio segnalare sull’etichetta dei prodotti destinati al consumo umano la presenza di ogm. Sotto la soglia dello 0,9%, è possibile utilizzarli senza segnalarlo.

La certificazione biologica esclude l’impiego di prodotti derivanti da ogm in tutte le fasi di coltivazione, allevamento, lavorazione.

Nella mia vita quotidiana io, come tutti, posso scegliere, e scelgo ciò che mi fa sentire bene, congruente.

Leggo, mi informo, cerco di capire e scelgo.

Questo oggi è accessibile a tutti.

Scelgo di mangiare cibo di provenienza vegetale, di stagione, integrale, locale, biologico. Evito il cibo industriale e limito i prodotti animali.

Io non mangio ogm

Come si legge nel cartello che teniamo in mano sulla copertina che la rivista di NaturaSì ha dedicato alla campagna anti-ogm.

Preferisco il biologico perché è più vicino al mio ideale di cibo. I prodotti chimici, pesticidi e additivi, usati nell’industria agroalimentare sono tossici, su questo non ci sono dubbi. Ci si confronta sui livelli consentiti dalla legge ma il fatto che siano tossici non è in discussione.

La modifica genetica operata sul mais ogm studiato da Sèralini rende le piante resistenti al pesticida impiegato, il famigerato round-up di Monsanto, e permette di utilizzarne dosi maggiori, che ucciderebbero la pianta non ogm.

locusta ogm

Io preferisco evitarlo.

Mangio cibo semplice che mi cucino da sola. Pratico la sobrietà alimentare.

E’ un privilegio che non dipende dalle possibilità economiche ma solo dalla motivazione individuale.

Per 1 kg di filetto di manzo in Italia si spendono dai 25 ai 50 euro, a seconda della qualità e del canale distributivo.

Con lo stesso investimento, 50 euro, in un negozio di prodotti biologici si possono comprare i seguenti alimenti prodotti in Italia:

1 kg. riso integrale 3,50 euro

1 kg. farro o cereali misti 4,50 euro

1 kg. legumi secchi (lenticchie, ceci o fagioli) 7 euro

1 kg. pane integrale di pasta madre 6 euro

6 kg. verdure di stagione (carote- zucchine- pomodori- bietole- insalata) 20 euro

3 Kg. di frutta di stagione (pesche- melone- anguria- mele) 9 euro

Con questi 13 kg. di alimenti una famiglia di 4 persone mangia in modo completo e sano 6 pasti. Se acquistati tramite un gas (gruppo di acquisto solidale) costano almeno un 30% in meno. Stesso risparmio se si scelgono prodotti del mercato equo e solidale.

verdure e frutta

Significa spendere da 1,50 a 2,10 euro a testa per mangiare un pasto ricco sotto tutti i profili nutrizionali. Completo di tutti i macro e micro nutrienti, comprese le proteine, senza additivi o prodotti chimici da coltivazione intensiva convenzionale, rispettoso dell’ambiente, di sostegno all’agricoltura locale e sostanzialmente etico.

Sano, pulito e giusto, parafrasando Carlo Petrini (vedi Slow Food e Terra Madre).

Se aggiungiamo alla nostra spesa un po’ di erbe aromatiche, spezie e frutta secca, e se vogliamo anche un bicchiere di vino rosso di buona qualità ogni tanto, guadagniamo in gusto e salute.

Per concludere riporto due delle raccomandazioni per la prevenzione dei tumori e delle recidive pubblicate nel 2007 dal WCRF (World Cancer Research Fund).

Basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di provenienza vegetale, con cereali non industrialmente raffinati e legumi in ogni pasto e un’ampia varietà di verdure non amidacee e di frutta

 Limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni conservate

 *si intendono Organismi Geneticamente Modificati quegli organismi in cui parte del genoma sia stato modificato tramite tecniche di ingegneria genetica, cioè organismi viventi in cui materiale genetico è stato tolto o in cui è stato trasferito materiale genetico proveniente da individui di altre specie, transgenesi, o della stessa specie, cisgenesi.

 


Commenti (3)

  1. paola

    ciao a tutte
    complimenti mi è piaciuto molto l’articolo e il taglio che gli avete dato
    l ho diffuso nel mio indirizzario e nel GAS della montagna (bottegadiversa)
    cari saluti
    Paola

    • Lorella

      Ciao Paola! Come state lassù in montagna? Grazie del sostegno, ti mando un grande abbraccio, a presto

      • paola

        ciao Lorella
        bene! finalmente gli orti cominciano a dare i frutti estivi anche qui dopo tanto freddo ! raccolti primi pomodorini datterini e melanzane
        buona estate e buon orto a tutti !
        Paola

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