Profumi e sapori di spezie.


Dagli Egizi ai Romani, dalle antiche vie della seta alle vecchie botteghe fiorentine del ‘300, le spezie erano sempre presenti e regnavano sovrane nelle cucine delle classi più abbienti. Nei laboratori degli speziali che, a braccetto coi medici, si occupavano della cura di certe malattie, le spezie veniveno utilizzate nella preparazione di medicamenti, elisir, sciroppi o infusi. Un tempo, molto più di oggi, vi era una profonda attenzione nella preparazione delle pietanze. Si aveva ben chiaro che grazie al cibo, potevano entrare nel’organismo sostanze importanti e medicamentose. Il dosaggio di certi ingredienti, le modalità di preparazione utilizzate o la maestria con la quale le spezie potevano essere combinate tra loro, creavano le condizioni giuste per mantenere in salute i propri commensali. Quando ancora non esistevano medicinali o farmaci prodotti dall’industria, era grazie all’alchimia di sapienti erboristi che le persone curavano i propri malanni.

Ma le spezie non portano solo, all’interno dell’organismo, una sferzata di cambiamento e l’attivazione del metabolismo. Racchiudono tanti messaggi:

  • visivi, grazie ai loro colori brillanti e appariscenti
  • olfattivi, che ci  ubriacano con aromi pungenti
  • gustativi, che portano corposità ad ogni piatto, arricchendolo di tutte le proposte sensoriali: dolci, salate, acide, amare e piccanti.

Anche grazie alle spezie, l’atto del mangiare non si dovrebbe  limitare ad essere un’azione meccanica che genera un piacere indistinto e poco consapevole di tipo gustativo (spesso grossolano) o un senso di pienezza, ma dovrebbe diventare una vera e propria ESPERIENZA SENSORIALE.

Quest’esperienza inizia in bocca, sollecitando tutte le diverse papille gustative (papille filiformi,  fungiformi,  foliate e  circumvallate) che troviamo a partire dai lati della lingua,  alla sua base e corpo, arrivando fino alla faringe e al palato molle.

Prosegue poi in due distinte direzione: 

– verso l’alto, all’interno delle cavità ossee dei seni paranasali, dove cioè l’aria che respiriamo va a diffondere l’odore del cibo messo in bocca che, di concerto al gusto, ci fa percepire il sapore;

– verso il basso, lungo l’esofago, producendo un senso di calore e di pienezza corposa a volte o di freschezza e leggerezza frizzante altre.

Si esplicita poi  nello stomaco, regalando una sensazione piena e tonda, come di un’onda che arriva a destinazione.

Ed infine, piano piano, si espande all’organismo intero portando  tanto calore interiore oppure, altre volte, rinfrescandolo profondamente.

Che viaggio meraviglioso!! tutto questo consumando pochi bocconi… ma portandoli dentro di noi con tanta consapevolezza….

Vi è mai capitato di avere quei raffreddori così forti da  mettere ko il vostro naso, coi turbinati nasali completamente gonfi, da poter respirare solamente con la bocca? Se sì, vi sarete accorti che il senso del gusto vi abbandonerà, fino a quando non ricomincerà a circolare nuovamente un filo d’aria all’interno delle vostre narici.

Non diamo per scontata la fortuna di poter ogni giorno assaporare del buon cibo, di riuscire a distinguere i sapori dei differenti ingredienti, di poter giocare con le spezie per individuarle, dialogando con loro, nell’atto stesso del mangiare.

A volte mi chiedo se per provare forti emozioni siano necessarie grandi imprese. In tanti momenti della giornata, come quando mangiamo, ci viene data la possibilità di metterci alla prova, di conoscerci meglio, d’immergerci in mondi ancora sconosciuti per noi, tutti da scoprire. 

Non servono grandi attrezzi o  tecnologie per vivere pienamente. Basta la consapevolezza.

Il nostro corpo è ricco di strumenti di precisione formidabili, capaci di stupirci continuamente e di insegnarci tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Basta rispettarlo e tenerlo pulito… basta fargli insomma una buona manutenzione ordinaria…. magari proprio A  SUON DI SPEZIE!!

Francesca