Maionese di Tofu


Ultimamente siamo un po’ latitanti… tanti corsi si sono accavvalati nelle ultime due settimane e molti altri ci aspettano per tutto il mese di maggio (inizierà l’8 l’edizione di Alimentiamo la nostra salute a Leguigno). Siamo felici ed entusiaste di questi progetti, ma siamo anche piuttosto stanche.
Sembra incredibile, a chi mastica poco di cucina, immaginare quanto lavoro ci sia dietro a una serata di corso che apparentemente è semplice e di organizzazione snella. Non è immaginabile che un team di 4 o 5 persone lavori un buon 10-12 ore per garantirne organizzazione, parte pratica di cucina, trasloco di tutto il materiale necessario (viveri e non), riuscita armonica finale e trasloco alla rovescia per riportare tutto a casa. Eppure è esattamente quello che succede.
E queste 4 o 5 persone che corrono indaffarate siamo ovviamente sempre noi tre, con qualche fedelissima amica/assistente – Alice, Gianna, Angelica – e la verità è che siamo troppo prese da questo per riuscire poi a pubblicare…

Ma stasera no!
Il corso c’è stato ieri sera (la serata su ‘Pane, pizze e focacce’), oggi ci siamo trovate a risistemare la cucina, abbiamo fatto un incontro con la dott. ssa Paola Cerri per organizzare la conferenza che si terrà il 3 maggio a Castelnuovo Monti all’interno del ciclo ‘Mercato e legami sociali’ (qui il link al redazionale) e poi basta.
Tardo pomeriggio di relax con i bimbi, cena tranquilla e ora, che loro dormono, posso dedicarmi a scrivere. Finalmente!!

Dopo tanto tempo non posso passare di qui e non lasciare almeno un ricettina…
Al corso dell’we scorso ce l’hanno pure chiesta, ma non era in programma e ci siamo lasciate scappare un “magari la pubblichiamo sul sito…” e ora non possiamo esimerci dal farlo. Ogni promessa è debito…

INGREDIENTI

  • 135 g. di tofu vellutato
  • 1/2 C. (cucchiaio) di senape
  • 1 pizzico di curcuma
  • 1 c. (cucchiaino) di olio evo
  • 80 g. di olio di girasole desodorato (biofrit)
  • 1 C. acqua
  • 1/2 limone – solo succo
  • sale
  • pepe

PROCEDIMENTO

Mettere nel bicchiere del frullatore ad immersione i seguenti ingredienti: tofu, senape, curcuma, una presa di sale, una macinata di pepe, l’olio d’oliva e l’acqua.
Cominciare a frullare e dopo un paio di minuti aggiungere a filo l’olio di girasole, sempre continuando a frullare. Si vedrà che mano a mano che si aggiunge l’olio, la consistenza si fa più densa, la cosa importante è aggiungerlo poco alla volta.
Controllare sale e pepe e se necessita, aggiungerlo.
Frullare per almeno 5 minuti (e non è un modo di dire… 5 minuti di orologio!).
Poi aggiungere il succo di limone, circa 2 cucchiai e mescolare delicatamente con il cucchiaio dal basso verso l’alto, facendo attenzione che non si smonti.
Trasferire la maionese in una ciotola, coprire con pellicola trasparente e far riposare in frigorifero per almeno 15 minuti, in questo modo acquisterà maggiore corposità.
Si conserva in frigorifero per 3 giorni.

E’ interessante notare come, in questa maionese, la presenza del tofu consenta di ridurre drasticamente il contenuto di olio.

Silvia

 


Commenti (3)

  1. Luca Chiesi

    Ciao Silvia! Sono felice di averti conosciuta di persona, finalmente!
    Visto quello che mi hai detto oggi, ne approfitto per lasciare un piccolo commento, stando attento a .. quello che ho detto io… 🙂
    Ma rileggendo il tutto prima di postare il commento, non so se ci sono riuscito… =(

    Un commento non tanto alla ricetta (che senz’altro proveremo, appena ci capita in casa del tofu, una nostra carissima amica sono anni che affina anche questo procedimento, oltre a quelli di miso e shoyu, e ne fa di veramente SUPER!) quanto all’ingrediente base… Anzi, due riflessioni, giusto per dare un colpo al cerchio e uno alla botte…
    1) Tempo fa, a Cuisine et Santè, qualcuno aveva fatto una domanda specifica a Renè sul perchè della malattia che aveva sviluppato la moglie di Michio Kushi. Com’era possibile che una donna così forte, attenta all’alimentazione, scrittrice di libri meravigliosi sulla salute anche del bambino e della famiglia, avesse sviluppato un tumore? Renè, nonostante l’evidente fastidio a parlare di questioni che sono e saranno sempre molto private e personali, e redarguendo sonoramente chi aveva fatto questa domanda in modo così poco elegante, ne aveva approfittato comunque per dare una bella lezione a tutti: Kushi stesso gli aveva detto che la causa principale era stata senz’altro la passione eccessiva di Aveline per il tofu; sottolineando anche, però, come in realtà ciò che l’aveva debilitata sul serio ed in maniera irreversibile , una volta che lei aveva capito il suo errore ed era corsa ai ripari in maniera eccezionale, da donna con una volontà di ferro qual’era lei, era stata la chemioterapia, fatta in un momento di paura che avrebbe pagato a caro prezzo.
    Da questa storia io avevo tratto, tra le altre morali: 1) l’intervento chimico è sempre quello che fa più danni, soprattutto su persone che da tanti anni sono “pulite” (le moderne dosi sono tarate per le persone medie, che mediamente fagocitano kg di medicine nel corso di qualche anno); 2) la ricerca continua di “alternative” naturali o vegane o vegetariane o di qualunque altro tipo a prodotti cui siamo legati sensorialmente o sentimentalmente è un bel gioco, molto istruttivo e motivante, ma tale deve rimanere, perchè spesso poi si corre il rischio di perdere di vista le proporzioni e di non distinguere più il necessario dal superfluo –e come si sa, è il superfluo a fare i danni; 3) l’uso di prodotti, etimologicamente parlando, “raffinati” (cioè con proporzioni sballate rispetto ai prodotti naturali completi – penso non solo allo zucchero, naturalmente, ma anche all’olio, al seitan, al tofu, ecc. ) è sempre da fare “cum grano salis”, soprattutto in alimentazioni che di loro hanno pochi o nessun eccesso particolare – gli squilibri e le malattie che questi prodotti apparentemente “buoni” o “meno peggio” possono portare sono paragonabili a quelli di alimenti ben peggiori in persone che seguono una alimentazione qualunque. 4) Il tofu meglio considerarlo alla stregua di una mina vagante, in una alimentazione già molto “sana”..

    2) Penso che un modo molto adatto per trattare il tofu ci sia, e tra l’altro lo trasforma anche in un prodotto sopraffino! Giusto per compensare un po’ la sua natura fredda e terribilmente yin, prova a metterlo sotto miso (cioè spalma attorno al panetto di tofu un piccolo strato di miso di orzo, su tutte le 6 pareti) e fai in modo che sia coperto ma possa “respirare”; dopo circa 7 giorni rimuovi poi il a miso (che potrai riutilizzare tranquillamente nelle zuppe) e senti cos’è e com’è diventato: se non è una trasmutazione alchemica quella, non so cosa potrebbe essere…

    In un altro post scrivevi che “il tofu non ha nulla a che fare con il formaggio, non il sapore, non la consistenza, non la corposità… forse giusto un pochino il colore… ma nulla di più!”; ne se ancora convinta??? :-))

    Ciao!

    Luca

  2. Disanapianta

    Ciao Luca,
    hai proprio ragione nel commentare quanto sopra….che belli i tuoi interventi, sono così ricchi, così opportuni.
    Mi risvegliano tante riflessioni e cadono sempre a proposito. Il rischio infatti che a volte corro è di cadere nel consumo di alcuni prodotti sostitutivi delle proteine tradizionali (carni e formaggi) più di quanto so che dovrei.
    Questo accade per comodità di utilizzo in cucina, per gola, per disattenzione….e la mia saggezza interiore me lo fa notare…non sempre però e per questo il tuo commento è un grande monito!!!
    Continua ad aiutarci così!
    Un grosso abbraccio
    Francesca

  3. Disanapianta

    Ciao Luca!
    adoro i tuoi post super scientifici e super macrobiotici! 🙂 Ci consentono di approfondire in modo molto dettagliato e preciso il mondo della macrobiotica, di cui si sente sei un appassionato conoscitore e fruitore.
    Sono d’accordissimo con te sull’uso moderato e oculato che deve essere fatto di tutti gli alimenti sbilanciati (penso al seitan in primis…), giustamente “cum grano salis” come dici tu, e questo è un accorgimento che occorre sempre, qualunque sia l’alimentazione che abbiamo deciso di utilizzare. Quello che penso è che anche i “beni volluttuari” ogni tanto facciano però bene allo spirito, che ci diano quel pizzico di sapore e di gusto della trasgressione che è insito nella natura umana e che di tanto in tanto va ascoltato. O almeno questo è quello che succede a me!!
    Per quanto riguarda la tua preparazione del tofu, non vedo l’ora di provarla! Appena ho del tofu sottomano gli faccio il trattamento tipo maschera di bellezza con il miso e poi ti faccio sapere… L’idea mi paice molto e potrebbe rivelarsi ottimo…
    Un abbraccio a te e uno al tuo piccolo…
    Silvia

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