Svezzamento e alimentazione nell’infanzia


Un articolo apparso un mesetto fa su “Il fatto alimentare“, un sito che si occupa di sicurezza alimentare e non solo, ha attirato la mia attenzione.

Come sanno le persone che ci seguono da un po’, siamo fermamente convinte (e sto parlando a nome di tutte e tre) che l’uomo di oggi debba riappropriarsi della responsabilità riguardo la sua nutrizione e quella delle persone che gli sono direttamente o indirettamente affidate, e mi riferisco alle mamme che hanno il prezioso compito di introdurre al cibo i neonati, quando, dopo il sesto mese di vita, passano da un’alimentazione a base di latte, preferibilmente  materno…, a una alimentazione varia e diversificata.

In quei momenti alle donne spetta un compito importantissimo. Per il bambino è il primo vero contatto con il mondo, senza che venga più filtrato dalla madre. Il bambino dovrebbe poter sperimentare, poco alla volta, con i tempi che più gli si addicono, tutti i meravigliosi frutti che la Natura ci dona. Un cibo dopo l’altro, un sapore dopo l’altro: sapori puliti, puri, sinceri. Si inzia con il succo di carota, poi si passa all’acqua di cottura dei cereali, poi la mela… Ogni settimana una piccola conquista per le papille e lo stamaco dei nostri cuccioli. Dovrebbe essere un viaggio sorprendente per il bambino ed entusuasmante per la mamma. Fatto di proposte, di successi, di passi in avanti e passi indietro, di conquiste e di fallimenti, ma sopra a tutto di profondo ascolto da parte della mamma.

E invece, verso i sei mesi di vita del pargolo, si va dal pediatra che ti da una bella “dieta” da propinare al bambino. Loro le chiamano linee guida per lo svezzamento; assolutamente identiche per tutti i bambini. Ovviamente si parte a sei mesi appena scoccati (nella migliore delle ipotesi, sennò anche prima) con le pappe con dentro tutto: verdure, farina di riso o di mais e tapioca (che biologica non esiste e il mais non bio è quasi sicuramente transgenico), olio, parmiggiano reggiano, un po’ di omogenizzato di carne o pesce, o in alternativa un po’ di formaggino. E se il pupo è fortunato, all’avvicinarsi dei 7/8 mesi, gli arriva anche una fettina di prosciutto cotto!

Come se tutto ciò non bastasse, da qualche mese a questa parte, i pediatri sono dotati di un’allucinante locandina, che si trova appesa in molti ambulatori, in cui si consiglia alle mamme di non utilizzare i prodotti freschi (è troppo alto il rischio di mangiare, insieme alla mela, anche i pesticidi con cui viene coltivata!) meglio usare dei bei prodotti confezionati: un bel vasetto di omogenizzato di mela, così escludiamo il rischio dei pesticidi. Poco importa se la carica vitale di quel vasetto è nulla, se non c’è traccia di minerali e vitamine, se ci sono degli zuccheri aggiunti, se tra il vasetto alla mela e la mela vera c’è un abisso. Almeno siamo tranquilli (mamma e pediatra) che  il bambino non mangi anche dei veleni, insieme alla mela.

Ma dove siamo finiti se anzichè lavorare nella direzione di avere frutti e ortaggi privi di veleni, (con l’agricoltura biologica si ha una buona probabilità, dovrebbe essere una certezza, di non incappare in pesticidi residui, essendo vietati), si consiglia di usare prodotti industriali?!? E non te lo sta consigliando il vicino di casa, è la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) che te lo dice, l’associazione dei pediatri, coloro ai quali ti rivolgi quando hai dei dubbi, coloro che in teoria “sanno perchè hanno studiato”.

Questo articolo, la prima volta che l’ho letto, qualche giorno fa, mi aveva lasciato senza parole. Poi mi sono profondamente arrabbiata. Ora, dopo un po’ di travaglio, ho deciso di condividere i miei pensieri con chi mi leggerà.

E se sei una mamma con bimbi piccoli, in età di svezzamento, ti prego, assumiti la responsabilità di ciò che state facendo, tu e il tuo bambino, e delle scelte che fai per lui. Esiste un mondo che parla di svezzamento in modo naturale!

C’è tanto su cui riflettere…

Buone riflessioni, allora…

Silvia


Commenti (1)

  1. Stella

    Io ho optato per una via di mezzo. Bella l’idea di farsi tutto in casa, ma chi deve lavorare non ha tempo nemmeno di cucinare per se stesso non è che avere figli aumenti tale condizione, anzi. Il più delle volte ci si trova alle sei e mezza di sera senza avere fatto la spesa con qualcuno che sbraita a più non posso e che non ti lascia nemmeno il tempo per la pipì. Per cui se il passato di verdure una volta alla settimana, o al mese se lo congeli, riesci a farlo, per il pesce sopratutto gli omogeneizzati sono la normalità; se va bene e se c’è tempo il merluzzo surgelato.
    Cerco di scegliere tra le marche quelle che sembrano migliori e poi quando posso cose fresche. Ogni tanto provo anche pietà per i miei reni…
    In ogni caso i bimbi che vanno all’asilo, almeno nella zona di Reggio Emilia, consumano cibi freschi, preparati al momento.

I commenti sono chiusi.