Dalla Cina con sapore


Sono appena tornata da un intenso viaggio di 3 settimane in Cina,  fra le province dello Zhejiang e del Guangdong.

Sulle rive del West Lake, nella bella città di Hangzhou, ho gustato una cucina ricca di sapori e consistenze. Sono tanti anni che vado in Cina per lavoro ma mai come in questo viaggio mi si è aperto lo sguardo sullo sterminato patrimonio gastronomico di questo Paese. Una vera esperienza multisensoriale.

Ci sono almeno trenta modi diversi di fare i tagliolini, non di condirli, proprio di farli… e noi che ci vantiamo della pasta fresca fatta in casa dalle nostre nonne! Vi faccio un esempio: per fare i tagliolini tirano la sfoglia appiattendola su un piano, oppure la modellano con le dita, sbattendola e tirandola fino a formare spaghetti sottilissimi, o ancora la tagliano da compatte mattonelle con movimenti acrobatici…

Innumerevoli sono anche i tipi di tortelli, chiamati wonton, modellati in mille fatture e ripieni diversi e cotti in tutti i modi possibili e immaginabili. Le forme sono diverse come le misure, assomigliano a volte a fiori, a piccoli cestini, a tortelli veri e propri… (Alla fine dell’articolo vi voglio raccontare di un tipo in particolare di wonton che ho assaggiato per la prima volta).

E poi  ci sono i deliziosi  panini morbidi, cotti a vapore nei cestini di bambù, e ripieni di squisite combinazioni di frutta secca e fagioli o di verdure piccanti, o naturalmente, carne di tutti i tipi.

Ho gustato centinaia di piatti diversi, e molti di più sono quelli che non ho fatto in tempo ad assaggiare. Nei ristoranti mi perdevo davanti alla mostra dei piatti del giorno: gli ingredienti della preparazione erano presentati  freschi nella combinazione prevista per quel piatto, e io potevo scegliere il modo in cui volevo che fossero preparati… decine di verdure in foglia, germogli di molti tipi, verdure marinate per antipasto…

Purtroppo per me (sono vegeteriana da tanti anni) è sempre molto diffusa la combinazione con ogni tipo di carne, o nel piatto o nel brodo di cottura…. Dovevo sempre specificarlo con insistenza che non mangio carne: “No, non mangio neanche  il maiale … e no, la gallina non la mangio… neanche l’anatra …sì, considero carne anche il montone… Mi guardavano un po’ increduli, era una stranezza ai loro occhi fare simili distinzioni.

Mi sono messa d’accordo con una nuova amica cinese, la prossima volta mi accompagna a casa dalla nonna e mi farò insegnare un po’ di segreti culinari.

Nonostante le bufere della rivoluzione culturale abbiano spazzato via tante antiche tradizioni, l’arte del cucinare le ha attraversate restando incolume, e ora possiamo ritrovare a tavola tutto il sapere squisito del popolo dell’impero celeste.

I pasti per la gente cinese sono momenti importanti che scandiscono la giornata: ci si siede a tavola a colazione, pranzo e cena. Sono presenti sul tavolo varie portate e ci si divide fra i commensali il cibo, spesso attingendo con le bacchette direttamente dai piatti di portata. E’ un momento rituale di scambio, di grande convivialità, ed è molto bello, intimo,  questo condividere il cibo tutti insieme, facendo girare i piatti e servendosi piccoli bocconi, in modo da non permettere che qualcuno rimanga senza. Ci si versa il tè a vicenda e fra piccoli piatti e tazzine di zuppa mignon, paragonate ai nostri standard, si finisce per mangiare un sacco senza rendersene conto.

Tra poco ci sarà il nuovo raccolto di tè; mi hanno assicurato che il raccolto fresco del tè longjin, dalle colline intorno al West Lake, ha un gusto divino… Per ora, mi sono portata a casa tante scatoline di famosi tè verdi e la voglia di tornare in Cina a completare il viaggio sensoriale del gusto.

Ora però, come anticipato qualche riga sopra, voglio raccontarvi una cosa…

Esiste un frutto in Cina che una volta incontrato non lo si dimentica più: si chiama DURIAN.

E’ impossibile raccontarlo con esattezza, per cui vi allego la descrizione che ne fa wikipedia ( è un po’ forte, lo so, ma per amor di precisione non voglio tagliare nulla).

“E’ il frutto degli alberi del genere Durio. Esso è al contempo amato e odiato.

Emana un caratteristico odore, forte e penetrante anche quando il frutto è ancora chiuso. Tale odore provoca reazioni contrastanti che vanno dall’intenso apprezzamento ad un profondo disgusto. Il sapore è delicato e gradevole per alcuni, pungente e nauseante per altri.

Il naturalista inglese Alfred Russel Wallace  lo definisce come “ricca crema pasticcera con forti sentori di mandorla, con possibili retrogusti di salsa di cipolla, crema di formaggio e sherry”. L’odore acre e pungente, al punto da ricordare a chi ne è disgustato del materiale putrescente o purulento, escrementi animali, acqua di scolo o sudore stantio, ne ha reso vietato l’uso sui mezzi pubblici in buona parte del sud est asiatico.”

Vi avevo anticipato che era una descrizione forte… Bene: Personalmete ho appurato di appartenere alla categoria di quelli che sono disgustati dal durian, e preferisco non raccontarvi cosa ricorda a me il suo odore!!

Ma, come ho scoperto dopo, mai dire mai…

Una sera a cena, particolarmente affamata, arriva in tavola un piatto di tortelli di pasta gialla, arrostiti sulla piastra: uno spettacolo per gli occhi. La mia amica mi dice solo: -attenta che scotta!- lei che di solito mi esorta ad essere cauta perché teme che il mio palato rimanga disgustato dalle scelte estreme che, secondo lei, a volte compio… Quindi afferro con le mie bacchette esperte il  wonton invitante e lo addento: il contenuto sembra una crema dolce mescolata a del formaggio tipo fontina, è denso e spesso…buono però…che cos’è? Chiedo e lei mi risponde “è un frutto particolare, il durian”.  Stento a crederci, ne mangio un altro per conferma… buono anche questo…. Alla fine anche il durian ha trovato la sua strada!

E azzardo a proporre: Il ripieno al durian sarà qualcosa da provare presto!!!

Lorella


Commenti (2)

  1. francesca

    Che bel tuffo nel folclore cinese! mi è venuta voglia di provarlo anche a me il tortello puzzone….forse l’effetto che fa potrebbe essere un po’ tipo quello della nostra gorgonzola….oppure quello del daikon gratugiato che non scherza affatto….la prossima volta mettiti un durian in valigia e portalo a casa con te che ce lo fai sentire….anche se temo che ti potrebbero “beccare” facilmente il bottino in valigia….
    Ben tornata sorellina, ci sei mancata un sacco!!!
    Francesca

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